Nidi: no all’albo per gli educatori dei servizi per l’infanzia

Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL

La legge 55/2024 recante “Disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e istituzione dei relativi albi professionali”, approvata con largo consenso dalle forze parlamentari, prevede che per l’esercizio delle professioni di educatore socio-pedagogico e di educatore nei servizi educativi per l’infanzia sia necessario, oltre al titolo di studio di accesso, “l’iscrizione nell’albo degli educatori professionali socio-pedagogici dell’Ordine delle professioni pedagogiche ed educative (art. 4 comma 1 lettera c).

Non c’è alcun dubbio, quindi, che il provvedimento non riguarda in alcun modo i docenti di scuola dell’infanzia, trattandosi di un profilo professionale non sovrapponibile a quello degli educatori dei servizi educativi per l’infanzia.

Il D.Lgs 65/2017, infatti, declinando in modo puntuale le due diverse professionalità e i rispettivi titoli di accesso, sancisce che il sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 non istituisce una nuova e diversa struttura educativa, ma rimane articolato in due segmenti, salvaguardati nelle loro caratteristiche e nei loro insediamenti: lo 0-3 costituito dai servizi educativi per l’infanzia (nidi e micronidi, sezioni primavera, servizi integrativi) e il 3-6 costituito dalle scuole dell’infanzia statali e paritarie.

L’accesso alla professione di docente della scuola dell’infanzia, sia essa statale o paritaria, resta disciplinato secondo la normativa vigente che non richiede alcuna iscrizione a albi o ordini professionali che dir si voglia.

La FLC CGIL valuta negativamente l’istituzione dell’ennesimo Ordine professionale, che si va ad aggiungere al campionario – già ipertrofico rispetto al resto d’Europa – di istituzioni analoghe, e riteniamo assolutamente sbagliato l’obbligo di iscrizione all’albo per gli educatori operanti negli asili nido.

Tale scelta produrrà un duplice effetto: caricherà sugli educatori dei servizi dell’infanzia il costo di mantenimento dell’Ordine professionale e di tutte le sue immaginabili superfetazioni future e creerà una spaccatura nel percorso di unificazione del sistema integrato zero-sei.

A nostro avviso, questo secondo aspetto assume un profilo di particolare gravità perché interrompe il percorso virtuoso avviato con il decreto legislativo 65 del 2017 per la costituzione del sistema integrato zero-sei, allontanando gli educatori dal sistema dell’istruzione e confondendone il ruolo all’interno di un Ordine composto da figure professionali molto diverse tra loro.

Infine, preoccupano le possibili ricadute occupazionali: gli stringenti requisiti per l’iscrizione all’albo non riflettono la complessità dei percorsi d’istruzione che fino ad oggi hanno consentito l’accesso alla professione di educatore dei servizi alla prima infanzia, potenzialmente pregiudicando la prosecuzione dell’attività lavorativa di quel personale che fino ad oggi ha operato con titoli difformi da quelli previsti per l’iscrizione all’albo, con le immaginabili ricadute sui servizi.

Per tutti questi motivi chiediamo che la figura dell’educatore nei servizi educativi per l’infanzia sia esclusa dall’albo degli educatori socio-pedagogici e che invece sia rilanciato il percorso di integrazione del sistema zero-sei come previsto dal decreto legislativo 65/17, in una logica di piena integrazione dei servizi educazione dell’infanzia nel sistema dell’istruzione.