Università , Udine e Trieste facciano sistema
«Dov’è
il sistema universitario regionale del Friuli Venezia Giulia?». A chiederlo,
provocatoriamente, è la Cgil,
che punta il dito sulla dialettica innescatasi tra rettori e Giunta regionale:
«Le istanze e le azioni di entrambe le parti paiono, se prese separatamente,
tanto ragionevoli e condivisibili quanto stridente la distanza che le separa,
chiaro sintomo di una evidente mancanza di progettualità », sostengono in una
nota congiunta Franco Belci, segretario uscente della Cgil Fvg, e Adriano
Zonta, leader della Flc, il sindacato Cgil della scuola, dell’università e
della ricerca. «Ciò che manca ““ denunciano Belci e Zonta ““ è un progetto che
riguardi il rapporto tra università e territorio, dato che il Fvg non fa
eccezione nel rapporto nazionale fra residenti e laureati, uno dei più bassi
d’Europa».
Non
più interventi tampone, questo il messaggio, ma un progetto che parta da una
vera messa a sistema dei due atenei. «In una regione la cui popolazione è pari
a quella di una grande città ““ si legge ancora nella nota ““ c’è l’esigenza di un sistema universitario
che interagisca con i vari campi del tessuto regionale: formazione, sanità ,
attività produttive, cultura, relazioni internazionali. Udine e Trieste,
invece, continuano a proporsi distintamente e autonomamente nei confronti
dell’amministrazione regionale, che continua a fornire servizi e quattrini
senza neanche dotarsi del regolamento previsto dalla sua legge sul Sistema
universitario, approvata nel 2011, continuando anche a dare sostegno alle sedi
decentrate, in un’ottica che pare molto più attenta a interessi particolari che
a scelte progettuali».
Da qui l’appello a «offrire migliori opportunità di crescita e di lavoro ai
giovani del Fvg, come promesso anche dalla presidente Serracchiani in sede di
campagna elettorale». Per rispettare quell’impegno, sostiene la Cgil, serve qualcosa in più
del tavolo tecnico promesso dalla Giunta ai rettori: «Serve un un progetto che,
attraverso un processo di collaborazione strutturata tra gli atenei, punti a
incrementare la qualità e il livello di attrazione del sistema universitario
regionale, frutto anche di un percorso di ampia partecipazione e confronto con
le forze sociali, perché l’Università è un’istituzione al servizio della
società e non uno strumento per favorire le singole fortune».
il sistema universitario regionale del Friuli Venezia Giulia?». A chiederlo,
provocatoriamente, è la Cgil,
che punta il dito sulla dialettica innescatasi tra rettori e Giunta regionale:
«Le istanze e le azioni di entrambe le parti paiono, se prese separatamente,
tanto ragionevoli e condivisibili quanto stridente la distanza che le separa,
chiaro sintomo di una evidente mancanza di progettualità », sostengono in una
nota congiunta Franco Belci, segretario uscente della Cgil Fvg, e Adriano
Zonta, leader della Flc, il sindacato Cgil della scuola, dell’università e
della ricerca. «Ciò che manca ““ denunciano Belci e Zonta ““ è un progetto che
riguardi il rapporto tra università e territorio, dato che il Fvg non fa
eccezione nel rapporto nazionale fra residenti e laureati, uno dei più bassi
d’Europa».
Non
più interventi tampone, questo il messaggio, ma un progetto che parta da una
vera messa a sistema dei due atenei. «In una regione la cui popolazione è pari
a quella di una grande città ““ si legge ancora nella nota ““ c’è l’esigenza di un sistema universitario
che interagisca con i vari campi del tessuto regionale: formazione, sanità ,
attività produttive, cultura, relazioni internazionali. Udine e Trieste,
invece, continuano a proporsi distintamente e autonomamente nei confronti
dell’amministrazione regionale, che continua a fornire servizi e quattrini
senza neanche dotarsi del regolamento previsto dalla sua legge sul Sistema
universitario, approvata nel 2011, continuando anche a dare sostegno alle sedi
decentrate, in un’ottica che pare molto più attenta a interessi particolari che
a scelte progettuali».
Da qui l’appello a «offrire migliori opportunità di crescita e di lavoro ai
giovani del Fvg, come promesso anche dalla presidente Serracchiani in sede di
campagna elettorale». Per rispettare quell’impegno, sostiene la Cgil, serve qualcosa in più
del tavolo tecnico promesso dalla Giunta ai rettori: «Serve un un progetto che,
attraverso un processo di collaborazione strutturata tra gli atenei, punti a
incrementare la qualità e il livello di attrazione del sistema universitario
regionale, frutto anche di un percorso di ampia partecipazione e confronto con
le forze sociali, perché l’Università è un’istituzione al servizio della
società e non uno strumento per favorire le singole fortune».