Cambiare la legge Fornero! Cgil, Cisl e Uil in piazza a Udine
Sanare una volta per tutte la piaga degli esodati, condannati a un limbo senza lavoro né pensione, introdurre una maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione, cambiando una legge che è in assoluto la più rigida d’Europa. E che sta amplificando in modo insostenibile gli effetti della crisi sull’occupazione giovanile, scesa ai minimi storici anche in Friuli.
Queste le richieste che il segretario generale della Cgil Udine Villiam Pezzetta, assieme ai suoi colleghi di Cisl e Uil, ha portato oggi all’attenzione del prefetto di Udine Vittorio Zappalorto.
L’incontro con il rappresentante del Governo si è tenuto durante il presidio organizzato questa mattina dai sindacati confederali in via Piave, nell’ambito della mobilitazione nazionale per la modifica della riforma Fornero.
Alla base delle rivendicazioni dei sindacati, che hanno portato oltre duecento persone davanti alla Prefettura, non soltanto la preoccupazione per gli effetti della riforma sull’età pensionabile e sugli importi delle future pensioni, penalizzate da coefficienti molto severi nell’adeguamento degli importi alla speranza di vita, ma anche le ripercussioni sul mercato del lavoro. «Solo il 21% degli occupati in regione ““ spiega Pezzetta ““ si colloca nella fascia al di sotto dei 35 anni, che solo 10 anni fa rappresentava il 33% dei lavoratori. Una dinamica, questa, che non è sostenibile a livello economico, sociale e previdenziale, ma che la riforma Fornero ha pesantemente accentuato».
Queste le richieste che il segretario generale della Cgil Udine Villiam Pezzetta, assieme ai suoi colleghi di Cisl e Uil, ha portato oggi all’attenzione del prefetto di Udine Vittorio Zappalorto.
L’incontro con il rappresentante del Governo si è tenuto durante il presidio organizzato questa mattina dai sindacati confederali in via Piave, nell’ambito della mobilitazione nazionale per la modifica della riforma Fornero.
Alla base delle rivendicazioni dei sindacati, che hanno portato oltre duecento persone davanti alla Prefettura, non soltanto la preoccupazione per gli effetti della riforma sull’età pensionabile e sugli importi delle future pensioni, penalizzate da coefficienti molto severi nell’adeguamento degli importi alla speranza di vita, ma anche le ripercussioni sul mercato del lavoro. «Solo il 21% degli occupati in regione ““ spiega Pezzetta ““ si colloca nella fascia al di sotto dei 35 anni, che solo 10 anni fa rappresentava il 33% dei lavoratori. Una dinamica, questa, che non è sostenibile a livello economico, sociale e previdenziale, ma che la riforma Fornero ha pesantemente accentuato».