Graduatorie d’istituto docenti: caos annunciato all’inizio del prossimo anno scolastico
Per la FLC CGIL il ritardo della pubblicazione del bando per il rinnovo delle graduatorie di istituto e la mole di lavoro che dopo la pubblicazione è piovuta sulle segreterie – già oberate da incombenze fuori dai normali compiti – oltre a non avere una giustificazione plausibile, dimostrano come il Ministero non abbia tra i suoi obiettivi il buon funzionamento delle scuole, il rispetto del lavoro del personale e dei diritti che in questi anni hanno garantito la trasparenza delle operazioni legate all’utilizzo del personale precario.
Nelle nostre sedi in questi giorni è sfilato uno spaccato della società italiana che nella mancanza di lavoro che caratterizza l’economia del nostro Paese, lo fa cercare nel posto che ancora garantisce più di 100 mila supplenze l’anno, con un Nord che ne offre il numero maggiore e con un Sud che continua a sperare che la scuola offra quel lavoro che non c’è in altro modo.
Nel Paese che non trova la strada della ricrescita, l’avvocato, l’ingegnere, il farmacista, il commercialista, l’architetto si sono trovati, al Nord come al Sud accanto ai laureati in lettere, in matematica, in lingue straniere nella speranza di una supplenza dalle graduatorie di terza fascia che faccia loro sbarcare il lunario. Si sono trovati alle prese con procedure complesse su cui pesa la spada di Damocle dell’esclusione per eventuali errori e quindi la fine della speranza.
Ma nello stesso tempo il rinnovo ha riguardato le graduatorie degli abilitati, di coloro che ambiscono alle supplenze annuali e che hanno “sudato” l’abilitazione per entrare nella seconda fascia d’istituto. Sono coloro che ogni anno accanto a un cospicuo numero di colleghi della terza fascia permettono alle scuole di funzionare, fin dall’apertura delle scuole.
Nonostante le sbandierate assunzioni previste dalla legge 107/15, il numero delle supplenze rimane alto proprio perché quel piano è stato concepito senza rispetto per le scuole, senza rispetto per i diritti degli studenti, senza rispetto per il lavoro di migliaia di precari che avrebbero potuto vantare titolo all’assunzione, ma stavano nella graduatoria “sbagliata”.
Le graduatorie rinnovate per tempo avrebbero permesso alle scuole di funzionare fin dal primo giorno di scuola. Adesso che il rinnovo è in corso sono necessarie da parte del Ministero azioni adeguate come:
riportare l’esame delle centinaia di migliaia di domande presso le amministrazioni periferiche, sottraendo alle segreterie questo ulteriore compito
adeguare il sistema informatico che non ha quasi mai funzionato nei 20 giorni di vigenza del bando, mettendo a rischio la memoria storica dei punteggi già acquisiti dai precari che aggiornano la loro posizione e la corretta valutazione dei nuovi titoli
rispettare il Regolamento sulle supplenze che garantisce la trasparenza delle operazioni e quindi il rispetto del diritto di precedenza in base ai punteggi certificati.
Se le graduatorie non saranno pronte a settembre, ricomincerà il balletto della provvisorietà dei contratti precari, con gravi ripercussioni sul diritto allo studio degli studenti. Non potrà essere altrimenti: i punteggi che i precari vantano nelle graduatorie parlano della loro professionalità sia sul piano del servizio prestato che dei titoli culturali, a cominciare dalla costosa abilitazione.
Il regolamento delle supplenze, tuttora vigente non consente altro e di tutto ha bisogno la scuola che di ricorsi seriali che in questi anni sono stati anche l’emblema dell’allontanamento del Ministero dalla sua reale missione: garantire una vera buona scuola alle studentesse e agli studenti.