Dimensionamento scolastico in Fvg: la posizione della Flc Cgil
Il segretario regionale della FLC CGIL FVG – Massimo Gargiulo– in una nota ha evidenziato che la legge di Bilancio 2023 197/2022 ha innescato il drastico ridimensionamento della rete scolastica nazionale che a cascata determinerà nel Paese nei prossimi 3 anni il taglio di circa 800 autonomie scolastiche. La Regione FVG, con delibera di Giunta del 1 dicembre 2023, taglia 10 autonomie, corrispondenti a meno 10 Dirigenti Scolastici e meno 10 Direttori Generali dei Servizi amministrativi.
Nei giorni scorsi, col decreto Milleproroghe, il Governo ha compiuto una parziale rettifica e consentito a tutte le Regioni di rivedere entro il 5 gennaio 2024 anche i piani eventualmente già approvati, di derogare fino al 2,5% rispetto al numero delle scuole da tagliare. In FVG l’esercizio di questa opzione avrebbe consentito il recupero di ben 4 autonomie scolastiche.
Il parziale dietro front del Governo e la concessione della deroga del 2,5% è il risultato delle azioni di contrasto portate avanti da diverse Regioni, esclusa la nostra, amministrate da diverse maggioranze politiche e dal nostro sindacato.
La Regione FVG ha ritenuto di non cogliere questa opportunità , né di dare ascolto concreto alle proposte argomentate ricevute nel corso dei mesi trascorsi e conferma la scelta, maturata evidentemente “a prescindere”. L’anno scolastico 2024/’25 vedrà dunque:
Il taglio di 10 Dirigenti Scolastici e 10 Direttori dei servizi amministrativi;
l’origine di istituti sovradimensionati, affidati non più a due, ma ad un solo DS e un solo DSGA, fino a 18 plessi su 7 comuni (v. Bassa Friulana occidentale);
una trentina di deroghe per plessi e sezioni fuori dai parametri di piano, sia in difetto che in eccesso, e della dotazione organica;
la soppressione e conseguente aggregazione di Istituti disomogenei per ordinamento, gestione e progettualità (v. area Cividalese).
Ulteriori effetti che non si leggono nel piano, ma che accadranno:
Riduzione del personale ATA (amministrativi e collaboratori scolastici) in conseguenza delle fusioni e dei criteri di calcolo alla base della costituzione consistenza degli organici;
Aumento smisurato della composizione dei Collegi Docenti e cancellazione dei Consigli d’Istituto degli istituti confluenti;
Concreto è dunque il rischio di avere scuole meno sicure, dalla progettualità didattica compromessa e dalla gestione ulteriormente complicata.
A nostro avviso, un piano privo di coraggio, che non pianifica (troppe deroghe), non garantisce prospettive di medio-lungo termine e costringerà nel breve a mettere le mani negli stessi territori ora coinvolti, non assicura continuità e stabilità all’organizzazione scolastica e configura la depressione della già incongrua pianta organica dei DS, DSGA e personale ATA.
La Regione ha reso peraltro noto che per mitigare i danni impegnerà il bilancio regionale mettendo fondi a disposizione in aggiunta a quelli già previsti dalla legge 13/2018. Soluzione paradossale, oltre che inefficace, che vanifica di fatto il pur modesto risparmio, vero obiettivo del Governo, che si realizza col taglio delle autonomie.
La Regione FVG ha perso un’occasione propizia per ridare senso alla propria specialità .
A differenza di altre regioni autonome (cfr. Val d’Aosta e Sardegna) e a statuto ordinario (cfr. Lazio ed Emilia Romagna) non ha mai preso in seria considerazione l’ipotesi di condizionare in positivo il procedimento di dimensionamento, ha preferito interpretare il ruolo di mero esecutore di scelte maturate altrove, ha ingessato il confronto trincerandosi dietro una indimostrata ineluttabilità che deriverebbe dalla legittimità degli atti normativi disposti e della denatalità . Nel perimetro degli strumenti altrettanto legittimi a disposizione, e nel pieno rispetto dei ruoli, le leggi valutate inique e peggiorative vanno contrastate e migliorate. Evidentemente la Regione ha ritenuto di condividere in tutto e per tutto il disegno politico di ridimensionamento della scuola pubblica in FVG, nulla opponendo e proponendo.
Occasione persa dunque, le criticità restano intatte sul tappeto: deroghe, pluriclassi, reggenze di DSGA (e con buona probabilità anche di DS) caratterizzeranno anche il 2024/’25 in un contesto organizzativo azzoppato, cui al solito, dovranno fare fronte famiglie e i lavoratori e le lavoratrici della scuola pubblica.