Pagamento supplenti: dopo aver aspettato lo stipendio per mesi, esclusi dal riconoscimento delle detrazioni fiscali spettanti!
Lunedì 1 febbraio, la Flc Cgil è tempestivamente intervenuta col Ministero per trovare una soluzione alla tassazione applicata agli stipendi dei supplenti corrisposti nel mese di gennaio 2016.
Oltre al ritardo accumulato nel pagamento degli stipendi arretrati dei supplenti, risolto dopo l’intervento delle OO.SS. attraverso il decreto Giannini-Padoan, per molti di loro si è aggiunta anche la beffa, in quanto le mensilità di ottobre, novembre e dicembre 2015 sono state liquidate in un’unica rata nel mese di gennaio 2016, considerando chiuso il problema. Ma così non è!!!
Il MEF ha applicato le ritenute fiscali, considerando la tassazione separata, quella cioè applicata agli arretrati relativi all’anno precedente e non a quella corrente. In altre parole, il Tesoro ha valutato gli stipendi come arretrati, sottoponendoli al regime stabilito per tale fattispecie di tassazione, che prevede l’applicazione dell’aliquota media del biennio precedente, nella quale non viene considerata la detrazione da lavoratore dipendente.
In tal caso i supplenti sono stati esclusi dalle detrazioni fiscali dovute per gli eventuali carichi di famiglia, come per il bonus degli 80 euro mensili.
Ma non solo. I precari con una retribuzione complessiva non superiore agli 8.000 euro di reddito annuo, col riconoscimento delle detrazioni fiscali sarebbero stati totalmente esenti dalla tassazione Irpef.
La Flc Cgil ha più volte denunciato che le risorse messe a disposizione per i supplenti non erano sufficienti e che se non adeguate il personale coinvolto sarebbe rimasto momentaneamente senza stipendio, con il rischio di incorrere in questa situazione, posto che ci stavamo avvicinando alla fine dell’anno. Probabilmente per il Mef e per il Governo era più importante spostare il pagamento per dinamiche finanziarie riguardanti il capitolo della spesa pubblica, alla faccia di chi con lo stipendio da precario vive e magari mantiene la famiglia. Stiamo parlando di stipendi che si aggirano sulle 800/900 € netti e con questo “scherzetto” se lo sono visto decurtare di 200/300 €
La possibilità di un recupero col prossimo 730 è inattuabile, dal momento che gli emolumenti sono stati corrisposti nel 2016 e, quindi, vanno nella dichiarazione del 2017.
Il MIUR, sollecitato dalle pressioni prodotte dalla Flc Cgil e dalle altre OO.SS., ha preso l’impegno d’intervenire, elaborando e presentando un provvedimento ad hoc, da inserire nel decreto mille proroghe, attualmente in discussione alla Camera. Speriamo che una volta tanto le azioni del Governo siano mosse nella giusta direzione, ovvero che alle parole seguano i fatti, così purtroppo non è stato nel recente passato. A questi docenti va resa giustizia e l’unico modo per farlo è quello di recuperare tutte le detrazioni spettanti.