Dibattito Pd all’università : l’errore vero sta nei modi
Prima di oggi abbiamo scelto di non entrare nella polemica sulla concessione degli spazi dell’Università di Udine all’iniziativa del Pd. Ne siamo rimasti fuori non solo perché la strumentalità di molte accuse ci è sembrata evidente, ma soprattutto perché concepiamo l’università come uno spazio aperto al confronto. E i temi sul tavolo, nel caso in questione, erano sicuramente importanti, e affidati a relatori autorevoli.
Forti di questa convinzione, restiamo dell’opinione che quella di ospitare l’iniziativa, per quanto organizzata da un partito, non sia stata una scelta sbagliata. Altrettanto non si può dire della mail con cui il rettore ha sponsorizzato l’iniziativa del Pd: un intervento non compatibile con il ruolo istituzionale del rettore in quanto rappresentante massimo dell’ateneo e della comunità accademica. Una simile scelta sarebbe stata giustificabile solo se volta a favorire la partecipazione dei dipendenti e degli studenti in sala, ma non lo può essere se l’intento ““ come pare evidente ““ è stato invece quello di fare da cassa di risonanza a un evento chiuso, o comunque aperto solo a ospiti accreditati dagli organizzatori.
Uno scivolone, quindi, c’è sicuramente stato, e a cancellarlo non bastano le zoppicanti spiegazioni di De Toni a mezzo stampa: al di là dell’interesse dell’iniziativa specifica, ci risulta infatti che un divieto a ospitare eventi promossi da partiti ci fosse e che non sia automaticamente decaduto in virtù delle modifiche ai regolamenti addotte dal rettore. Né lo cancella la scontata assoluzione del ministro Giannini, il minimo che il Pd potesse fare per ricambiare una così calorosa ospitalità .
L’auspicio è che l’errore serva da lezione e possa favorire, in futuro, un atteggiamento super partes nei confronti di chiunque vorrà proporre iniziative analoghe. Garantendo ad esse analoga ospitalità e visibilità , indipendentemente dal soggetto che le promuove, e impegnandosi affinché queste siano una reale occasione di dibattito e di confronto aperto a tutta la comunità accademica e alla società civile. Solo così si potrà garantire nei fatti l’autonomia dell’università rispetto alla politica, solo così i soggetti esterni all’ateneo ““ siano essi partiti, associazioni, sindacati, imprese ““ potranno contribuire a un dibattito reale e costruttivo sul ruolo dell’università e dell’alta formazione nel paese e in regione.
Forti di questa convinzione, restiamo dell’opinione che quella di ospitare l’iniziativa, per quanto organizzata da un partito, non sia stata una scelta sbagliata. Altrettanto non si può dire della mail con cui il rettore ha sponsorizzato l’iniziativa del Pd: un intervento non compatibile con il ruolo istituzionale del rettore in quanto rappresentante massimo dell’ateneo e della comunità accademica. Una simile scelta sarebbe stata giustificabile solo se volta a favorire la partecipazione dei dipendenti e degli studenti in sala, ma non lo può essere se l’intento ““ come pare evidente ““ è stato invece quello di fare da cassa di risonanza a un evento chiuso, o comunque aperto solo a ospiti accreditati dagli organizzatori.
Uno scivolone, quindi, c’è sicuramente stato, e a cancellarlo non bastano le zoppicanti spiegazioni di De Toni a mezzo stampa: al di là dell’interesse dell’iniziativa specifica, ci risulta infatti che un divieto a ospitare eventi promossi da partiti ci fosse e che non sia automaticamente decaduto in virtù delle modifiche ai regolamenti addotte dal rettore. Né lo cancella la scontata assoluzione del ministro Giannini, il minimo che il Pd potesse fare per ricambiare una così calorosa ospitalità .
L’auspicio è che l’errore serva da lezione e possa favorire, in futuro, un atteggiamento super partes nei confronti di chiunque vorrà proporre iniziative analoghe. Garantendo ad esse analoga ospitalità e visibilità , indipendentemente dal soggetto che le promuove, e impegnandosi affinché queste siano una reale occasione di dibattito e di confronto aperto a tutta la comunità accademica e alla società civile. Solo così si potrà garantire nei fatti l’autonomia dell’università rispetto alla politica, solo così i soggetti esterni all’ateneo ““ siano essi partiti, associazioni, sindacati, imprese ““ potranno contribuire a un dibattito reale e costruttivo sul ruolo dell’università e dell’alta formazione nel paese e in regione.
Segreteria Flc-Cgil Udine