27 GENNAIO: giornata della memoria
“L’indifferenza, come ha ricordato Primo Levi, è quella terribile zona grigia in cui si annida l’annullamento dell’umanità “.
Se non concepiamo il 27 gennaio come un rituale che ci salva la coscienza, dobbiamo gridare in ogni luogo ciò che l’indifferenza diffusa sta seminando:
lo scempio della memoria e l’oblio della storia, della shoah, dello sterminio di milioni di uomini e donne, ebrei e non solo; l’oblio delle dittature e dei loro crimini;
l’assimilazione della guerra e delle guerre a un fatto di cronaca, all’inevitabile accadere umano nella storia. Inaccettabile l’indifferenza verso la corsa al riarmo in assenza di una qualsiasi ricerca di spazio negoziale per il cessate il fuoco e l’avvio di trattative di pace in Ucraina;
la negazione della crisi climatica e del rapporto con la natura, condannando le nuove generazioni e il pianeta a una catastrofe sempre meno recuperabile;
l’inaccettabile silenzio verso il sacrificio di donne e uomini dell’Iran e dell’Afghanistan, colpevoli di lottare per i propri diritti e la propria libertà ;
l’omertà e la banalizzazione dei fenomeni di criminalità mafiosa;
la debole voce delle comunità per una donna, una delle tante purtroppo, che muore per mano assassina, una sera, nei pressi di un ristorante pieno di gente;
il colpevole silenzio verso”¦ chi soffre, chi fugge dal dolore e dallo sfruttamento, chi è costretto a lavori precari, insicuri, poco retribuiti, chi è povero;
la connivenza spesso silente con un modello sociale fondato sul consumo come valore supremo e la noncuranza dell’importanza e il ruolo della scuola pubblica, della formazione, della cultura per la realizzazione dei diritti della persona, in ogni età della vita.
Il rovescio dell’indifferenza, il suo contrario, è “mi interessa prendere parte”, è prendersi cura di “¦, schierarsi senza remore, diffondere e testimoniare una cultura per i diritti della persona.
È l'”I care” di Don Milani contrapposto al motto fascista “me ne frego”.